Jasmine Trinca, dal successo al dolore estremo: quella confessione che ha scatenato un dramma improvviso
Jasmine Trinca ha fatto una confessione: ecco che cosa ha detto l’attrice.
Jasmine Trinca ha frequentato il liceo classico Virgilio, dove nel 2000 si è diplomata con il massimo dei voti. Si tratta di una delle attrici più apprezzate e ha fatto diversi film come per esempio La meglio gioventù nel 2003 che le vale il premio come migliore attrice protagonista (assieme al cast femminile del film) ai Nastri d’argento 2004.
Nel 2005 un’altra pellicola importante: Romanzo criminale, diretto da Michele Placido, film che si ispira all’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo sulla Banda della Magliana. Nel 2018 debutta a teatro con La Maladie de la mort di Alice Birch, adattamento dell’omonimo racconto di Marguerite Duras, nella quale interpreta il ruolo della Narratrice.
Nel 2022 firma il suo primo film da regista con Marcel!, interpretato da Alba Rohrwacher e da Maayane Conti. Il film viene presentato in anteprima al Festival di Cannes nello stesso anno.
Per quanto riguarda la sua vita privata Jasmine Trinca ha parlato a Verissimo da Silvia Toffanin di sua figlia Elsa: “Con lei io mi diverto. L’ho desiderata tanto, anche se non penso che una donna debba necessariamente avere dei figli per sentirsi realizzata”.
Jasmine Trinca parla del suo esordio lavorativo
Jasmine Trinca si è raccontata nel salotto di La volta buona da Caterina Balivo e ha ricordato gli esordi con Nanni Moretti: “Non è stato facile, mesi e mesi; tanti provini e poi lui mi faceva soffrire, mi diceva: ‘Sei rimasta tu in finale, e quella bella e brava di Bologna’… Poi alla fine io stavo per partire con i miei amici del liceo e lui mi chiamò per dirmi che ero stata presa”.
L’attrice ha svelato anche un altro aneddoto: “Quando avevo 18 anni non avevo tutta questa ambizione, ero veramente una selvaggia”. Poi ha parlato del discorso al David di Donatello: “Il discorso al primo David di Donatello? Sì, mi è venuto di pancia; non mi aspettavo di vincere, sono andata su questo racconto della mia infanzia che per me vuol dire molto. Poi era un grido di libertà per mia figlia…”.
Sempre parlando di La meglio gioventù afferma: “E’ un grandissimo racconto, scritto allora da due grandi sceneggiatori italiani, ancora oggi è forse la cosa che più i ragazzi mi riconoscono dal punto di vista affettivo”.