L’intelligenza artificiale sta cambiando tutti i settori ma come sta andando il mondo dell’editoria? Ecco tutti i pro e i contro.
L’intelligenza artificiale (IA) è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. Per seguire una citazione: «L’intelligenza artificiale è una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana.» (Marco Somalvico).
Oggi i sistemi intelligenti sono presenti in ogni campo e ha generato un certo scompiglio nel mondo dell’editoria e del giornalismo: c’è stato infatti un certo timore ad utilizzare strumenti come per esempio ChatGPT. C’è chi ha intravisto un’opportunità e chi invece critica fermamente queste intelligenze sostenendo che potranno sostituire le persone specialmente in alcuni settori più che in altri.
Ecco alcuni utilizzi dell’AI nel giornalismo: Il New York Times utilizza l’apprendimento automatico per decidere quanti articoli gratuiti mostrare ai lettori prima che raggiungano il paywall oppure la Bayerischer Rundfunk, un’emittente pubblica tedesca, modera i commenti online con l’aiuto dell’AI.
Ma gli esperti cosa dicono in tutto questo?
Massimo Rosso, Direttore ICT di Rai si è soffermato su alcuni aspetti ha manifestato la sua preoccupazione per quanto concerne l’uso dell’intelligenza artificiale, infatti ne risentirà la qualità dell’informazione se non sarà l’individuo o in generale il popolo a controllare l’intelligenza artificiale e non il contrario. A questo ragionamento si è ricollegato Dimitri Stagnitto, founder di Money.it il quale ha concordato con Rosso, specificando che è molto comune ormai trovare online delle pagine che condividono gli stessi contenuti che vengono ripresi poi da altre testate giornalistiche.
Giorgio Taverniti, fondatore del Web Marketing Festival, si è soffermato sulla mancata eticità dell’intelligenza artificiale. Questo è un problema a cui devono far fronte le autorità e al quale ancora non abbiamo trovato una risposta abbastanza convincente perché ci sono troppe complessità in gioco. Troppi cavilli burocratici. E ancora molta confusione.
Utilizzare l’intelligenza artificiale anche per combattere le fake news e la disinformazione sarebbe bello. Infatti grazie alla rapidità di calcolo degli algoritmi dell’intelligenza artificiale è possibile controllare se una notizia che è stata pubblicata proviene da una fonte affidabile.