Ema Stokolma, il dramma tremendo della conduttrice: “…ero quasi morta” | Momenti orribili
Ema Stokolma ha vissuto dei momenti brutti durante la sua vita. Ecco che cosa ha raccontato.
Ema Stokholma, pseudonimo di Morwenn Moguerou (Romans-sur-Isère, 9 dicembre 1983), è una conduttrice radiofonica, conduttrice televisiva e scrittrice francese naturalizzata italiana. Morwenn nasce in Rhône-Alpes, frutto della breve relazione tra un uomo italiano, tornato in patria prima della sua nascita, e una donna francese con cui poi cresce, insieme al fratello maggiore, tra il Midi e la Bretagna.
In Italia ha presto l’occasione di entrare nel mondo della moda, diventando modella per maison come Dolce & Gabbana, Fendi, Valentino e Gianni Versace. Nel periodo degli anni 2000 conia inoltre il suo pseudonimo — «il mio nome è difficilissimo e con un sacco di “r”, un guaio per la mia erre moscia» —, ispirato dalla canzone Stoccolma di Rino Gaetano.
Nel 2020 debutta come scrittrice con l’autobiografia Per il mio bene, incentrata sulla sua difficile infanzia.
Ema ha sempre parlato della sua infanzia difficile ma non ha mai rivelato troppi dettagli. Che cosa le è successo veramente?
Ema Stokolma e le difficoltà della sua infanzia
“Quasi 30 anni fa in una peugeot 106 insieme a mia madre e mio fratello cercavamo una nuova vita. Pochi anni dopo quella partenza scappavo di casa per non tornarci mai più, scegliendo l’italia come un pomodoro sceglie lo spaghetto, perché questa nuova vita non l’avevo trovata io, e la violenza degli anni passati non era rimasta in quella cittadina del sud della Francia ma era salita con noi sulla Peugeot e se fosse stata una Citroen sarebbe stato lo stesso”.
“Sto correndo per le stesse strade dove correva mio fratello anche se a me diceva che camminava veloce ma io avevo il fiatone per seguirlo. Quelle strade le ho percorse senza vestiti nuda come un bruco verme quando scappavo dalle botte. Da quel ponte mia madre mi disse di buttarmi, oggi non so perché istintivamente ci ho sputato nell’ acqua, davanti a Angelo Madonia che mi guardava incredulo”, ha proseguito.
“Strano come i ricordi siano selettivi. Immagini quotidiane ma insignificanti ti si imprimono in un angolo della testa o della pancia e non sai perchè”. Ecco il racconto di Ema.